Per più di cento anni le valli e le colline del nord-est dell’Inghilterra si sono mosse al ritmo dei suoni dell’industria e l’estrazione del carbone ha portato sostentamento a migliaia di famiglie. L’orizzonte era dominato dalle case motrici e dalle ruote giganti dei pozzi e le strade dalle centinaia di case a schiera nelle quali abitavano le famiglie dei minatori.
Negli ultimi quarant’anni, le miniere, redditizie ma distruttive per l’ambiente, e decisamente poco sostenibili, sono state chiuse e le comunità devastate. La nebbia arriva dal mare sopra le case barricate, c’è disoccupazione di massa e si avverte un senso di disperazione. Quasi intere comunità ora vivono di sussidi sociali. L’alcolismo e le malattie raggiungono livelli tra i più elevati nel Regno Unito, il livello di istruzione è basso e le nuove generazioni stanno crescendo senza alcuna aspettativa di lavoro o di altre opportunità. Forse le uniche costanti in queste comunità fragili sono l’amore e la famiglia, i loro valori più grandi. Mentre le comunità si dissolvevano e le persone erano costrette a trasferirsi altrove in cerca di lavoro, coloro che restavano si sostenevano a vicenda, spesso attraverso la beneficenza. In questi luoghi vivono un numero elevato di giovani genitori e molti sono single. I posti di lavoro sono pochi e i redditi bassi, pertanto non è facile portare avanti la famiglia e il ciclo di privazione si ripete.
Ora, a causa delle conseguenze dell’epidemia di coronavirus che ha colpito il mondo intero, queste comunità devono affrontare, piene di paura, la prospettiva di una recessione globale. Le previsioni per il Regno Unito li hanno già indicati come il segmento di popolazione che sarà più colpito dal prossimo periodo di depressione economica.
Questo lavoro iniziato nel 2016 e tutt’ora in corso, mira a portare alla luce le sfide quotidiane e la bellezza di questi luoghi a lungo dimenticati, un tempo il centro industriale del Regno Unito, e che ora si trovano quasi completamente ignorati, soffrendo silenziosamente.
Copyright foto: © Mary Turner / Panos Pictures