Questo lavoro è composto da una serie di ritratti ambientati che ci permettono di entrare all’interno di una dimensione privata che può essere dolorosa e che è, troppo spesso, rifiutata.
La vitiligine è una condizione cronica caratterizzata da macchie depigmentate della pelle causate dalla perdita di melanociti. Colpisce dall’1 al 2% della popolazione mondiale, indipendentemente dall’età, dal sesso o dall’origine etnica. Mentre le cause esatte della malattia rimangono sconosciute, i trattamenti disponibili sono creme e lozioni, fototerapia e pillole e possono contribuire a ridurre la visibilità della vitiligine, ma nessuna cura definitiva esiste al momento.
Rosa ha incontrato e fotografato persone in cinque Paesi: India, Cina, Danimarca, Cuba e Italia. I primi tre Paesi sono quelli con la più alta percentuale di vitiligine al mondo, come per esempio la regione del Gujarat in India, dove il 9% della popolazione ne è affetta. Cuba merita attenzione per la presenza di un prodotto per il trattamento a base di placenta umana. L’Italia perché diverse persone nella sua famiglia sono affette da vitiligine.
Vitiligo solleva inevitabilmente domande sulla bellezza, sull’identità e sul cambiamento. Gli effetti psicologici della stigmatizzazione possono essere devastanti: bassa autostima, ansia e persino depressione. In altre parole, l’impatto della vitiligine va ben oltre la pelle. I malati subiscono effetti sia fisici che psicologici perché la condizione può influenzare negativamente le loro interazioni sociali, le loro relazioni sentimentali e sessuali e la loro carriera.
La fotografa crede si debba fare di più per tutte le persone che vivono questa condizione e che, nella maggior parte dei casi, vogliono solo essere curate per sentirsi di nuovo normali. Questo spiega in parte perché uno dei principi guida di questo progetto è stato catturare immagini autentiche dei soggetti ritratti, i quali hanno superato il loro più grande ostacolo – lo sguardo e il giudizio degli altri – e, con grande coraggio e umiltà, si sono mostrati come sono, restituendo ai loro corpi la dignità personale che avevano perso. Non è stato facile per loro, ma così facendo hanno dimostrato la capacità di accettare se stessi e la loro diversità.
Copyright foto: © Rosa Mariniello