Il Perù ospita il più alto numero di alpaca al mondo: approssimativamente 4 milioni, cifra che rappresenta circa l’88% del totale mondiale. Questi mammiferi vengono allevati in regioni peruviane ad alta quota, generalmente al di sopra dei 3.000 metri. Gli animali svolgono un ruolo fondamentale nelle comunità dell’altopiano andino, dove non è possibile coltivare e l’allevamento degli alpaca, insieme all’estrazione mineraria, sono le uniche attività produttive da cui trarre sostentamento. Più di un milione di persone, in un Paese di circa 33 milioni di abitanti, dipende esclusivamente da questi animali.
Il cambiamento climatico rappresenta un rischio crescente per questa specie e per le comunità locali. Infatti, nelle Ande si sono registrate stagioni delle piogge più brevi, ma più intense, e periodi di siccità più lunghi; le gelate e le grandinate sono diventate eventi climatici più comuni; i pascoli naturali si stanno restringendo e la qualità dell’erba sta peggiorando, costringendo le mandrie di alpaca a contendersi il cibo.
Questo progetto si propone di indagare come il cambiamento climatico in Perù influisca sugli allevatori di alpaca, trasformandoli in “migranti climatici” costretti a spostarsi ad altitudini sempre più elevate o ad abbandonare il loro stile di vita per trasferirsi in città a bassa quota. La minaccia diretta di tutto questo è la perdita dell’identità culturale andina. L’obiettivo di questo lavoro è anche quello di mostrare gli sforzi della comunità scientifica che cerca di contribuire alla lotta contro le conseguenze del cambiamento climatico sugli alpaca e rafforzare una maggiore resilienza degli animali attraverso la selezione genetica.
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