Premio Voglino 2019
Giorgio NegroPathos

Questo lavoro riguarda un viaggio. Non solo fisico, ma anche spirituale, fatto di esperienze e sentimenti. Realizzato in molti anni e attraverso centinaia di luoghi, eppure senza tempo e immobile. Un profondo tuffo nell’anima umana.

La vita mi ha portato a testimoniare la sofferenza e la crudeltà. Era stata una mia scelta, e il mio lavoro era combattere quella crudeltà e alleviare quella sofferenza. Quasi inutilmente, e con molta frustrazione. Il lavoro umanitario ha avuto il suo peso sulla mia anima.

La fotografia è diventata la mia fuga di guarigione. Mi ha portato a riconciliare la mia anima con ciò che era esterno a me. Con l’umanità. Con la natura. Con la vita. Ogni atto di scattare una foto è stato un istante di sollievo, forse solo un centesimo di secondo, ma è stato anche il momento finale di un lungo processo per ricongiungersi e avvicinarsi al resto del mondo.

La fotografia è stata per me come un ponte, un modo per comunicare con le persone senza l’uso di parole, solo attraverso sentimenti condivisi e sensazioni comuni.
Lavorando a questo progetto, con la mente che vagava di nuovo attraverso tutte quelle esperienze e atmosfere, qualcosa di casuale mi ha fatto improvvisamente ricordare i miei anni di scuola superiore, gli studi di culture antiche e la vecchia lingua greca. La mia anima mediterranea, di nuovo… mi è venuta in mente una parola: pathos. La capacità di ispirare emozioni nel pubblico per mezzo di un appello empatico.

Ho sempre sentito pathos intorno a me quando fotografavo: i soggetti delle mie immagini avevano il potere magico di attrarmi, di evocare in me ogni sorta di sentimento. Una chiamata alla quale non ho potuto non rispondere.

Questo lavoro è permeato dalla dualità del Bene e del Male, che è sempre affilata durante il tempo di guerra e che ho sperimentato in prima persona. Per me, il processo fotografico è diventato una “riscoperta” del mondo attraverso una lente critica: quella che permette di vedere la coesistenza del Bene e del Male ovunque e in tutti, spesso in forma metaforica, ma senza pessimismo o giudizi morali, semplicemente come un fatto. Ho cercato la violenza dove sembrava esserci pace e poesia dove ci dovrebbe essere solo dolore.

Senza alcun obiettivo giornalistico o documentario, mi sono limitato a incontrare persone, animali e a fondermi con l’ambiente, sempre alla ricerca di un contatto empatico con i soggetti delle mie foto che a volte erano il risultato di lunghe attese e conversazioni ancora più lunghe.

Ho camminato molto, ascoltando le voci e le emozioni che accoglievano i miei passi… l’ambigua ma indimenticabile bellezza degli angeli caduti, mentre i diavoli sorridenti mi facevano l’occhiolino da dietro un angolo… uno specchio che mi rimanda riflessi di tenerezza e compassione, tristezza e passione, desolazione e gioia.

Così tante ombre e così tanti raggi di sole.
Pathos è stato il mio compagno per tutto il mio viaggio fotografico.

Giorgio Negro nasce a Torino da madre svizzera e padre italiano. Trascorre la sua infanzia e giovinezza nella quiete della provincia italiana, a Susa. Al termine degli studi al Politecnico di Torino, consegue la laurea in ingegneria elettronica, ma dopo 10 anni come specialista di software, decide di cambiare vita e di lavorare per il Comitato Internazionale della Croce Rossa. Effettuerà operazioni umanitarie in molte zone di guerra in tutto il mondo, per 25 anni: Cecenia, Colombia, Perù, Ciad, Sudan, Israele, Libia, Iraq e altri paesi.
Nel 2005 incontra Ernesto Bazan e Dario De Dominicis, due fotografi italiani attraverso i quali scopre la fotografia in bianco e nero e che diventano suoi amici e mentori.

Questo segna l’inizio di un magico viaggio nel mondo della fotografia umanistica. Nel poco tempo libero che il suo impegnativo lavoro gli consente, Giorgio scatta fotografie in America Latina, che rappresentano la sua visione delle ambiguità e dei contrasti del continente, fortemente influenzati dal suo sfondo professionale. Nel 2017 lascia il lavoro umanitario per dedicarsi alla sua famiglia e alla fotografia.

Ha vinto molti premi, tra cui Latin America Photography Award, Lens Culture Emerging Talents Award, IPA International Photography Award, Milano Street Photo Award, Premio Editoriale Voglino e Premio Fotografia America. È stato inoltre selezionato come finalista nel Miami Street Photography Award e nel SIPA – Siena International Photo Awards. I suoi progetti sono stati esibiti in molte città tra le quali spiccano New York, Rio De Janeiro, Miami e Milano. Nel 2019 ha inoltre pubblicato il suo primo libro fotografico dal titolo Pathos.

giorgionegrophoto.com

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corso Roma, 100

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