Catania è una città con un’alta percentuale di persone colpite da povertà ed esclusione sociale, la maggior parte delle quali vive nei quartieri disagiati chiamati Quatteri. La vita vera inizia presto, i tassi di scolarizzazione sono molto bassi, i bambini sono costretti a crescere in fretta. Si dedicano spesso ad attività illegali come il furto o lo spaccio di droga per mantenere la madre e i fratelli minori in quanto il padre è stato attaccato (arrestato). Nei contesti sociali più ricchi questi ragazzi vengono chiamati “Mammoriani”. Il termine deriva dall’espressione “mammoriri mo mà” (che mia madre possa morire), utilizzata come forma di giuramento che fa ben comprendere il forte legame con il membro della famiglia considerato più sacro: la madre. La famiglia è il primo nucleo sociale, con regole e ruoli molto chiari da rispettare per quanto riguarda le scelte della propria vita, in un legame indissolubile di devozione e rispetto. Questo tipo di “rispetto” coincide con una cultura mafiosa ancora oggi molto diffusa. I primi passi per entrare nella società iniziano con le attività criminali da bambini, per poi alternarsi tra carcere e libertà una volta cresciuti. In estate, molti ragazzi dei quartieri più poveri di Catania passano le giornate sugli scogli: a San Giovanni Licuti, a La Testa del Leone e al Campo da Basket. Ho seguito un gruppo di 10 ragazzi dagli 11 ai 15 anni, un’età importante e cruciale, dove provano molte cose per la prima volta, come i primi baci, la scoperta del sesso, le prime sigarette o spinelli. Molti di questi ragazzi hanno già un passato travagliato o vivono il loro presente in un modo che non rispecchia affatto la loro giovane età. Li ho ritratti tra le rocce, mentre mi sembrava quasi di poter intravedere momenti della loro infanzia. Mi è piaciuto raccontarli con semplicità durante alcuni attimi di spensieratezza vissuti in libertà.
L’estate del 2020 sarà ricordata in Italia come l’illusione della scomparsa del Covid 19. Questi ragazzi avevano un enorme bisogno di recuperare i 56 giorni di isolamento che li hanno visti privati di relazioni interpersonali. Ho sentito molta energia nel loro spirito e un bisogno impellente di recuperare il tempo perduto.
Photo copyright: © Daniele Vita