Aris Messinis arriva in Ucraina dieci giorni prima dell’invasione russa che scatena il più grave conflitto in Europa dal 1945.
Conosceva già il Paese in quanto, nel febbraio 2014, aveva coperto le manifestazioni pro-europee di piazza Maidan, avvenimento culminato poi nell’annessione della Crimea alla Russia e che ha innescato il conflitto nel Donbass con protagonisti due opposte fazioni: i separatisti sostenuti da Mosca e le autorità di Kiev.
Nel 2022 si è recato nel Paese due volte per un totale di 70 giorni trascorsi sul campo. È stato uno dei testimoni chiave di questo conflitto prima a Irpin e Bucha, sobborghi a nord di Kiev divenuti simbolo di una resistenza che ha colto di sorpresa l’esercito russo, e poi verso la linea del fronte del Donbass nelle aree controllate dalle truppe ucraine.
A contatto con l’esercito e le popolazioni più esposte, ci offre una struggente testimonianza dei bombardamenti, dell’esodo di civili disperati o di soldati stremati. Attraverso molteplici scene di desolazione, il suo lavoro mostra il devastante costo umano di una guerra che ha già causato migliaia di morti e di cui nessuno osa prevedere la fine.
Foto di © Aris Messinis / AFP