Il Canada è il terzo produttore mondiale di energia idroelettrica. Il 97% dell’energia prodotta nella provincia di Manitoba dall’azienda statale Manitoba Hydro proviene da risorse idriche, il 75% delle quali originate da cinque dighe sul fiume Nelson, nel nord della provincia, dove è attualmente in costruzione una sesta mega diga, nota come Keeyask, che ha lo scopo di fornire energia da esportare negli Stati Uniti. Anche se commercializzata come energia rinnovabile pulita, i progetti idroelettrici da cui proviene hanno trasformato gli ecosistemi delle vie navigabili nel nord del paese, con gravi conseguenze sulla salute, la cultura e il sostentamento delle popolazioni locali. Dopo aver sfruttato per decenni le terre dei nativi, la Manitoba Hydro, per regolarizzare la sua posizione e ottenere le autorizzazioni normative, è stata costretta a collaborare con quattro comunità il cui territorio tradizionale sarebbe stato colpito dalla costruzione della diga di Keeyask. L’accordo proposto ha diviso le comunità tra coloro che vedevano il futuro in chiave moderna e coloro che si aggrappavano fortemente ai valori tradizionali e alla salvaguardia della natura. Alla fine tutte e quattro le comunità indigene, Tataskweyak Cree Nation, Fox Lake Cree Nation, York Landing e War Lake Cree Nation, hanno aderito all’accordo e hanno votato a favore dell’acquisto del 25% delle azioni del progetto, che si sarebbe comunque realizzato anche senza la loro approvazione. Da allora la diga ha superato di gran lunga il budget iniziale previsto di 5,7 miliardi di dollari aumentato, in un secondo momento, a 6,5 e, in seguito, a 8,7, ma si stima che quando il progetto sarà completato nel 2021 sarà costato più di 10,5 miliardi di dollari. Il superamento del budget, unito al calo del prezzo dell’elettricità negli Stati Uniti, dovuto allo sfruttamento dei sistemi di fracking del gas naturale, ha intaccato la redditività e la possibilità da parte delle comunità indigene di trarre benefici dalla partnership.
I nativi della nazione Tataskweyak Cree che risiedono 60 km a monte della nuova diga sono preoccupati per il loro futuro. Alle prese con la carenza di alloggi, l’alto tasso di disoccupazione e di suicidi tra i giovani, l’abuso di droghe e la mancanza di accesso all’acqua, le comunità locali dovranno affrontare gli impatti diretti della diga di Keeyask, che contribuirà ulteriormente ad aggravare i danni subiti nel tempo dalle comunità delle Prime Nazioni e dall’ambiente. Queste immagini, scattate tra il 2016 e il 2019, documentano gli effetti dello sviluppo idroelettrico nel Manitoba settentrionale e cerca di riconoscerne l’impatto nella più ampia eredità della storia, tuttora in evoluzione, del colonialismo ambientale del Canada.