I migranti centroamericani cercano da sempre di raggiungere gli Stati Uniti. Tuttavia, è solo nel 2018, con le grandi carovane e l’attenzione rivolta alla questione da parte del Presidente Trump, che il flusso migratorio è diventato un fenomeno evidente.
Nel corso del loro pericoloso viaggio verso il confine americano, i migranti che attraversano il Messico sono esposti ad abusi per mano delle gang, dei trafficanti di esseri umani, della criminalità organizzata e persino delle autorità. Si tratta di persone fuggite dai loro paesi di origine a causa della violenza estrema e della povertà. Muoversi in grandi gruppi rende il viaggio più sicuro.
All’inizio di ottobre 2018, diverse centinaia di honduregni hanno iniziato il loro viaggio verso nord dopo un appello lanciato sui social media. Una volta giunto al confine tra Guatemala e Messico, il gruppo, composto principalmente da immigrati provenienti dall’Honduras e qualcuno da El Salvador e Guatemala, è diventato sempre più numeroso. Dopo gli scontri al confine con il Guatemala ed in seguito con le autorità Messicane, il gruppo ha continuato la propria marcia e dal Messico centrale altre due carovane si sono formate, iniziando così il loro viaggio verso nord.
Nella seconda settimana di novembre, la prima carovana ha raggiunto Tijuana, al confine tra Stati Uniti e Messico e alla fine del mese, secondo le autorità locali, nei rifugi erano presenti più di 7000 migranti, che si sono presto resi conto che le pattuglie di frontiera statunitensi non avrebbero offerto loro l’accoglienza che speravano. Il 25 novembre, circa 500 migranti si sono dispersi in diverse aree e gli ufficiali di frontiera americani hanno sparato gas lacrimogeni per costringerli a tornare indietro. Alcuni di loro sono riusciti ad attraversare il confine, per essere subito dopo arrestati. Dopo l’incidente, la retorica anti-immigrazione del presidente Trump si è accentuata, le autorità statunitensi hanno intensificato il controllo delle frontiere e quelle messicane hanno aumentato il monitoraggio dei migranti nella città di Tijuana. La situazione si è aggravata anche a causa dei lunghi tempi di attesa per effettuare le richieste di asilo, che ha portato piccoli gruppi di migranti a tentare di attraversare illegalmente il confine nell’area di Tijuana-San Diego, passando attraverso le aperture delle recinzioni metalliche sul confine. Oltrepassare illegalmente il confine per poi arrendersi alle pattuglie di frontiera subito dopo, rende l’iter legislativo per la richiesta di asilo più veloce.
Alla fine di dicembre 2018, la maggior parte delle persone nella carovana ha trovato il modo di arrivare negli Stati Uniti. Alla vigilia di Capodanno, la zona di Tijuana-San Diego ha visto un altro tentativo di attraversamento di massa per superare il confine. Circa 200 migranti sono stati respinti dagli agenti di frontiera i quali sparavano gas lacrimogeni. Alcuni sono riusciti a farcela, per essere poi arrestati dagli ufficiali. Di conseguenza, le recinzioni e le misure di sicurezza sono state rafforzate e le carovane centroamericane hanno iniziato a spostarsi verso l’area più ad est del confine, dove non ci sono ostacoli ed è possibile arrivare negli Stati Uniti attraversando il fiume Rio Grande, per poi consegnarsi alle autorità.
Anche se le carovane quest’anno non hanno ancora raggiunto le proporzioni dello scorso, ci sono tuttora ondate di migranti centroamericani che viaggiano in grandi gruppi. Nonostante le politiche migratorie del Messico stiano diventando più aggressive e il presidente Trump mantenga alta la pressione, le carovane, grandi o piccole che siano, rimangono il modo più sicuro per attraversare il Messico ed hanno cambiato in modo permanente le dinamiche della migrazione in questa parte del mondo.