Si stima che siano tra 250.000 e 1 milione le persone scomparse in Iraq, i numeri più alti mai registrati per singolo Paese. I desaparecidos iracheni sono vittime di quattro decenni di dittatura, guerre, genocidi e terrorismo.
La squadra di esperti che fa capo al Dipartimento di Medicina Legale ha attraversato tutto l’Iraq nel corso degli ultimi tredici anni, da Bassora nel sud sino a Sinjar nel nord, passando per Tikrit e lungo il fiume Tigri. Le loro trasferte, durante le quali sono state scavate fosse comuni per riesumare cadaveri, sono state tra le più dolorose e impegnative mai svolte.
Sin dall’epoca dell’ex-regime di Saddam Hussein fino ai tempi recenti, caratterizzati dai massacri dell’Isis – un periodo duranta quaranta anni – il suolo iracheno ha celato i cadaveri di centinaia di migliaia di vittime: persone scomparse durante la guerra Iran-Iraq (1980-88), oppositori politici di Saddam, civili che hanno perso la vita dopo il 2003 e durante il conflitto civile (2006-2008) e, infine, durante l’occupazione per mano dell’Isis (2014-2017) e a causa delle operazioni militari messe in campo per contrastare il gruppo terroristico. Le fosse comuni dell’Isis hanno occupato negli ultimi anni gran parte del tempo e delle energie: solo queste sono 202, mentre non si conosce il numero di quelle dell’ex regime.
I team iracheno del Dipartimento di Medicina Legale è composto da antropologi forensi, medici ed esperti che stanno portando alla luce crimini contro l’umanità, identificando i corpi per poterli restituire alle famiglie delle vittime. A partire dal 2019 sono stati accompagnati da una squadra investigativa internazionale delle Nazioni Unite che ha aiutato a raccogliere prove per perseguire i crimini perpetrati dall’Isis, grazie all’esperienza acquisita in seguito ai massacri di civili in Ruanda, Bosnia, Argentina e Cambogia. Le campagne nelle diverse province dell’Iraq coinvolgono le famiglie delle vittime per raccogliere campioni di DNA e altre prove. La raccolta di campioni presso le famiglie yazide è stata la più impegnativa poiché sono molti i membri della stessa famiglia che sono stati uccisi o hanno lasciato l’Iraq rifugiandosi in altri Paesi.
Il lavoro umile e l’enorme sforzo portati avanti con impegno dalla squadra sta facendo la storia dell’Iraq. Il team dovrà lavorare ancora per molti anni, ma la speranza è che la prossima fossa comune sarà l’ultima.
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