Una coppia di piccioni selvatici ha fatto amicizia con la famiglia del fotografo, che è stata isolata in casa a Vlaardingen, nei Paesi Bassi, durante la pandemia di Covid-19. Ollie e Dollie, questo il nome che ha dato loro la famiglia, erano “ospiti” abituali in casa e le loro visite quotidiane hanno aiutato tutti quanti a rimanere “sani di mente” in un periodo molto impegnativo.
I piccioni selvatici (Columba livia domestica) discendono dalla colomba delle rocce, che abita le scogliere e le montagne vicino al mare. Le sporgenze degli edifici, che riproducono un ambiente simile a quello dove vivono normalmente, sostituiscono le scogliere e i piccioni si sono adattati alla vita e all’ambiente di città, insediandosi nelle aree urbane di tutti i continenti esclusa l’Antartide, con una popolazione complessiva di centinaia di milioni di esemplari. I colombi delle rocce sono stati i primi uccelli a essere addomesticati, tra cinque e seimila anni fa, in Mesopotamia. Sono stati allevati come fonte di cibo e in seguito addestrati a portare messaggi. Gli uccelli in fuga, o rilasciati da un ambiente domestico, sono poi diventati i primi piccioni selvatici (o di città) a popolare i nostri centri. Sebbene molti ritengano che siano vettori di malattie, gli studi non lo confermano; possono trasmettere contagi come la salmonella e gli acari aviari, ma è estremamente raro che infettino i mammiferi e, in particolare, l’uomo.
Questa storia non parla solo di una coppia di piccioni, ma ci ricorda che non siamo soli su questo pianeta e che abbiamo bisogno di condividere i nostri spazi con le specie che ci circondano. Facciamo parte di un ecosistema e dipendiamo da questo per la nostra stessa sopravvivenza, anche quando viviamo in una giungla di cemento.