Negli ultimi cento anni la città di Brescia e la sua provincia hanno vissuto un’eccezionale trasformazione e un conseguente sviluppo economico grazie soprattutto al settore metalmeccanico e a quello estrattivo. È proprio dalle cave di ghiaia, sabbia e marmo che deriva il nome di “terra dei buchi”. A partire dagli anni Ottanti, questi enormi buchi, pronti ad essere riempiti, hanno rappresentato una enorme risorsa per il business dell’interramento dei rifiuti. Le lacune legislative nella regolamentazione dello smaltimento dei rifiuti, le infiltrazioni mafiose e la ricerca del massimo profitto da parte degli industriali hanno contribuito a creare un sistema economico apparentemente efficiente ma con disastrose conseguenze per il territorio e per i suoi abitanti.
L’incidenza di tumori e altre patologie è molto più alta qui che nel resto del Paese; la provincia vanta la presenza di uno dei più grandi inceneritori d’Europa, un’enorme concentrazione di discariche, il maggior numero di siti radioattivi e allevamenti intensivi in Italia (ci sono più maiali che persone), una delle più gravi contaminazioni da PCB mai registrate al mondo (il caso delle industrie Caffaro è ad oggi considerato uno dei peggiori disastri ambientali della storia italiana).
Secondo uno studio pubblicato dalla rivista The Lancet Planetary Health nel 2021 l’aria di Brescia è la più letale d’Europa per concentrazione di polveri fini PM 2.5.
Negli ultimi mesi molti studi hanno collegato l’eccezionale diffusione e mortalità del Covid-19 in quest’area con la preesistente contaminazione dell’aria.
I comitati pubblici e ambientalisti che stanno cercando di combattere queste politiche affrontano la dura opposizione delle istituzioni e l’indifferenza della maggior parte dei loro concittadini.
La provincia di Brescia concentra un numero incredibilmente alto di criticità ambientali nel suo territorio e rappresenta un caso significativo dal quale partire per comprendere come gli attuali modelli di sviluppo siano assolutamente insostenibili e distruttivi per l’ambiente e le persone.
Copyright foto: © Mattia Marzorati