Nel marzo 2021, i corpi di 13 migranti sono stati riportati al loro villaggio natio in Guatemala, avvolti nelle bandiera nazionale. E’ lo stesso viaggio compiuto al contrario, quando a gennaio avevano lasciato le aride montagne di Comitancillo per raggiungere la frontiera con il Texas, in cerca di opportunità migliori. Una volta negli Stati Uniti, ognuno avrebbe pagato il debito di oltre 11 mila dollari contratto con un “coyote”, un trafficante di esseri umani, e inviato denaro alle famiglie. Erano 16 in tutto, presumibilmente uccisi dalla polizia messicana nello stato di Tamaulipas. I loro corpi sono stati trovati calcinati, impossibili da riconoscere, se non con un test del DNA. Dodici agenti sono stati accusati di omicidio.
I funerali delle vittime sono stati un momento di grande dolore. Parenti, amici e membri della comunità hanno marciato lungo strade sterrate verso cimiteri affollati, stringendo tra le mani le foto dei loro cari, mentre le bande musicali hanno suonato fino alla fine della cerimonia. Dopo le esequie, molti di loro avrebbero iniziato un altro viaggio alla ricerca di una vita migliore
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