Mare Mostrum è una riflessione sul futuro della costa italiana e più in generale sulla relazione che intercorre oggi giorno tra l’ambiente naturale e l’uomo.
Il mare e le spiagge sono un simbolo identitario dell’Italia che con i suoi settemila chilometri di costa rappresenta il cuore del Mediterraneo, meta ogni anno per migliaia di turisti. Questo delicato ecosistema, capace di produrre vita e ricchezza, sta lentamente scomparendo sostituito da una incessante cementificazione fatta di caseggiati, aree industriali e strutture balneari che privatizzano di fatto un bene che dovrebbe essere collettivo.
Secondo il rapporto dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale) dalla metà degli anni ’80 ad oggi sono finiti sotto il cemento 220 chilometri di costa al ritmo di circa 8 chilometri l’anno cancellando metro dopo metro spiagge, dune, scogliere, talvolta lasciando dietro di sé strutture incompiute e degrado.
Le analisi microbiologiche condotte dalle associazioni non governative e le diverse procedure di infrazioni aperte nei confronti dell’Italia dalla Commissione Europea dimostrano inoltre che moltissime spiagge altamente frequentate sono – o potrebbero essere – di fatto inquinate da scarichi fognari non depurati. Parliamo di feci e altre sostanze organiche che finiscono nei mari in cui famiglie ma soprattutto bambini passano le vacanze estive, esposti al rischio di malattie intestinali e infettive.