uno sguardo sul mondoShah Marai
Vite afgane

Vent’anni di carriera in oltre 20.000 scatti sull’Afghanistan. Questa è l’immensa eredità che Shah Marai, capo fotografo della redazione locale di Agence France Presse (AFP) a Kabul, ha lasciato alla storia, in seguito alla sua morte avvenuta lo scorso 30 aprile. Altri 9 giornalisti hanno perso la vita in seguito al doppio attentato con bombe avvenuto nello stesso giorno.

Scatti spesso unici e accattivanti, di cui conserveremo specialmente quelli che non evocano la guerra, un paradosso in questo paese devastato da più di trent’anni di conflitti. Bambini sorridenti, palloncini colorati, lavoratori affaticati, donne discrete o conquistatrici: lo sguardo azzurro cielo di Marai, celebre tra i giornalisti che hanno vissuto o sono passati per l’Afghanistan dopo la fine degli anni 90, preferiva soffermarsi sulla vita quotidiana dei suoi compatrioti. Volti, situazioni, panorami, sfaccettature di un paese giovane e incompreso che fa del suo meglio per convivere con il quotidiano fatto di paure e privazioni. Istanti sospesi, tra sorrisi e disperazioni, che questo fotografo autodidatta che aveva scattato le sue prime fotografie sfidando i divieti dei talebani, sapeva cogliere.

https://correspondent.afp.com/shah-marai

Omaggio a Shah Marai, responsabile del servizio fotografico a Kabul, ucciso in un attentato

30 aprile 2018 – Oggi abbiamo appreso la terribile notizia: Shah Marai, capo fotografo della redazione locale di Agence France Presse (AFP) a Kabul, e pilastro dell’ufficio da una ventina d’anni, è stato ucciso in un attentato suicida perpetrato questa mattina davanti ai locali dei servizi di informazione. Come ha sempre fatto nel corso di questi anni al momento di un’esplosione, Marai è accorso con i suoi colleghi sul luogo dell’attacco. Un kamikaze, con una telecamera in mano e fingendosi un giornalista, si è intrufolato in mezzo ai professionisti già presenti, facendosi esplodere. L’attentato, il primo di questo genere contro il mondo dell’informazione, è stato rivendicato dallo Stato Islamico dell’Afghanistan. Altri cinque giornalisti afghani, che lavoravano per i media locali, hanno perso la vita.

Marai era una figura di grande rilievo a Kabul. Quattro anni dopo l’assassinio del nostro giornalista Sardar Ahmad, la morte di Marai  è una vera tragedia/rappresenta una nuova tragedia per l’Agenzia.
Lavorava per AFP dal 1996, dove aveva cominciato come autista-fixer, prima di divenire fotografo e poi di iniziare a collaborare con lo staff a partire dal 2002. Era padre di sei bambini; la sua ultima figlia era nata solo da qualche settimana. Dopo la caduta dei talebani nel 2001, quest’uomo originario della pianura di Shamali (a nord di Kabul) aveva documentato tutti i sussulti/moti/accadimenti turbolenti/agitazioni/insurrezioni/sommosse della tragedia/dramma afghana, ed un numero incalcolabile di attentati.

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