incontroLo stato delle cose
Un progetto di fotografia documentaria per raccontare l’Italia fragileLo stato delle cose. Geografie e storie del doposisma

Con LEONELLO BERTOLUCCI, LORENZA BRAVETTA e ANTONIO DI GIACOMO

Cento i fotografi che ne sono stati finora parte, il progetto non profit di fotografia sociale e documentariaLo stato delle cose. Geografie e storie del doposisma” nasce dall’intento non solo di documentare gli effetti devastanti del terremoto nel Paese, quanto di accompagnare e sostenere la ricostruzione necessaria delle Italie ferite dai terremoti. A cominciare da L’Aquila, dove il progetto è nato, con una prima campagna fotografica per raccontare la rinascita della città, a partire dal recupero dei beni culturali e dalla capacità di resilienza della comunità, e al tempo stesso fare luce sui luoghi dove il tempo si è fermato alla notte del terremoto del 6 aprile 2009.

Imponente anche il lavoro di documentazione nel Centro Italia colpito dai terremoti del 2016/2017, i fotografi dello Stato delle cose hanno finora raccontato il sisma che ha devastato il cuore del Paese fra Umbria e Lazio, Marche e Abruzzo dalle prime ore della tragedia e dell’emergenza fino alla documentazione in profondità degli effetti del terremoto sul territorio e accogliendo le storie di resilienza di quanti non hanno voluto lasciare i propri paesi benché distrutti. 

Online dal 21 aprile 2017, su www.lostatodellecose.com, ad oggi sono sul web oltre 15mila immagini, raccolte in centinaia e centinaia di reportage: il progetto si propone come osservatorio permanente sulle Italie del doposisma: dal Belice all’Irpinia e alla Basilicata fino all’Emilia Romagna e al Molise. Nella convinzione che fotografare le Italie segnate dal terremoto equivalga a prendersi cura dei luoghi e sia dunque un esercizio che non può e non deve interrompersi. 

Solo che lo Stato delle cose rappresenta una “anomalia”: una campagna fotografica presuppone una committenza che pure c’è stata ma soltanto etica e culturale. Il lavoro di documentazione dei fotografi è stato infatti da loro stessi autofinanziato come l’intero progetto che si regge solo grazie al circolo virtuoso di una grande rete tra fotografi, intellettuali e giornalisti. Col risultato “paradossale” che lo Stato delle cose è diventato il più grande sforzo di narrazione collettiva del Paese attraverso la fotografia.

Al Festival della Fotografia Etica di Lodi, il progetto Lo stato delle cose presenterà anche la nuova open call “Terrae Motus” per continuare attraverso la fotografia il lavoro di documentazione nelle Italie del doposisma nel corso del 2018 e del 2019. “Dove vien meno l’interesse, vien meno anche la memoria” è il monito affidatoci da Goethe. E il solo modo perché la memoria sia alimentata e il cuore fragile del Paese non sia consegnato all’abbandono e allo spopolamento, e quindi a una fine certa, è non smettere di raccontare lo stato delle cose.

16:30/18:00 – DOMENICA 7 OTTOBRE | BIBLIOTECA LAUDENSE | VIA SOLFERINO, 72