XV Edizione del Festival della Fotografia Etica! Acquista il tuo biglietto ✨
Quando abbiamo creato il concorso nel 2011 avevamo una sola categoria. Il primo vincitore è stato Fausto Podavini con un lavoro intimistico che alcuni anni dopo avrebbe vinto un World Press Photo.
L’anno successivo Donald Weber si aggiudicava il premio con la sua serie di ritratti realizzati nel 2005 nelle stanze degli interrogatori in Ucraina.
Fabio Bucciarelli fu uno dei primi fotografi a raccontare la guerra in Siria. Un reportage che alterna situazioni di forte azione a immagini di grande impatto emotivo, che restituiscono, insieme alla documentazione dei luoghi, le vicende intime delle persone colpite dagli eventi.
In quell’anno abbiamo introdotto la categoria Spot Light Award, unica nel suo genere a premiare coloro che sino al momento della partecipazione al WRA non si erano aggiudicati nessuno fra i premi che abbiamo ritenuto essere i più importanti in ambito fotogiornalistico: World Press Photo, W. Eugene Smith Grant in Humanistic Photography, Pulitzer Prize, POYi Picture of the Year.
Vinse la prima edizione della categoria Sara Naomi Lewkowicz con un lavoro sulla violenza domestica.
Un affresco della società afgana nelle sue molteplici sfumature, raccontando la quotidianità di un Paese che è riuscito a mantenere viva la propria cultura e un barlume di normalità nonostante un conflitto devastante. Questo lavoro del fotografo iraniano vince la categoria Master Award.
Nel 2014 abbiamo introdotto una nuova categoria: la Short Story Award, un reportage raccontato in pochi scatti, ma dal messaggio diretto e potente.
L’autore ha saputo condensare in cinque scatti la drammatica vicenda delle streghe bambine, che da diversi decenni imperversa per le strade di Kinshasa e del Congo.
“From there to here” si classifica al primo posto nella categoria Master Award. Si tratta di un archivio visivo dell’immigrazione in cui Piscitelli testimonia la complessità del tema dei flussi migratori verso l’Europa. L’autore ci restituisce con grande umanità la dimensione di odissea collettiva e individuale a cui vanno incontro migliaia di esseri umani.
Il progetto vincitore dello Spot Light Award del 2015 mostra donne detenute in prigioni siberiane. Anosova documenta senza giudizio e con grande delicatezza i loro piccoli momenti di intimità e raccoglimento, al riparo dalla sorveglianza costante cui sono sottoposte.
Nel 2016 il World.Report Award introduce per la prima volta la categoria European Photographers Award, sezione che vuole focalizzare la sua attenzione sulle diverse cittadinanze dei fotografi europei. Il progetto si rivolge per il primo anno a tutti i fotografi di nazionalità spagnola e si sviluppa in collaborazione con il PhotOn Festival di Valencia. Si aggiudica il primo posto il reportage “Latidoamérica” in cui Javier Arcenillas, nonostante le situazioni di pericolo, riesce a raccontare con efficacia la violenza presente nella società honduregna. Un fotogiornalismo in “presa diretta” che fa del coraggio la base per la testimonianza di fenomeni sociali estremi.
Daniels documenta con estrema sensibilità la storia recente della Repubblica Centrafricana, sprofondata in una delle crisi umanitarie più trascurate dai media internazionali, raccontando l’intero Paese con scatti giornalistici, precisi e asciutti grazie ai quali vince il Master Award 2016.
L’European Photographers Award, in collaborazione con il Festival ManifestO di Tolosa, sposta la sua attenzione sui fotogiornalisti di cittadinanza francese. Fra tutti i lavori si distingue “Derby”, fotoreportage che ci porta in Algeria dentro gli stadi di calcio, forse gli unici spazi rimasti ai cittadini per manifestare i propri disagi e l’insofferenza verso chi li governa. È il primo capitolo del progetto “Kho, the Genesis of a Revolt”, recentemente premiato al World Press Photo nella sezione Long-Term Projects, Stories.
Con questo progetto Daniel Berehulak documenta la campagna sanguinosa e caotica contro la droga che il presidente Rodrigo Duterte ha cominciato dopo essersi insediato nel 2016 nelle Filippine. Da allora, oltre 3000 persone sono state uccise per mano della polizia. Un lavoro di serio e complesso approfondimento giornalistico realizzato magistralmente.
Nel 2018 il Festival della Fotografia Etica decide di istituire una categoria dedicata unicamente a coloro che si affacciano al momento della fotografia. La categoria Student Award si pone l’obiettivo di scoprire e supportare giovani fotografi di talento.
Nanna Heitmann è la prima vincitrice di questa sezione grazie al suo racconto sulla chiusura dell’ultima miniera di carbone rimasta. Racconta con un linguaggio nuovo la speranza della fine di un’era di sovrasfruttamento degli uomini e della natura. Da lì a pochi mesi il lavoro verrà pubblicato su TIME Magazine.
Il potente reportage di Bronstein documenta uno dei più veloci esodi transfrontalieri che si siano mai registrati, quello dei Rohingya, gruppo di minoranza di origine islamica, oggetto di una brutale campagna di pulizia etnica dovuta alla repressione militare del Myanmar. Nel rispetto del dolore di un’intera popolazione, il racconto raggiunge un grande impatto emotivo e documentale.
In vista della celebrazione della 10° edizione del Festival, è stata introdotta la categoria World Italy Award, sezione tematica completamente dedicata al nostro Paese. Mariano Silletti ha documentato nel suo reportage la vita quotidiana di un borgo rurale lucano in cui uomini e donne hanno deciso di preservare la fragile bellezza del territorio attraverso la pratica dell’agricoltura tradizionale.
La fotogiornalista americana racconta le vite dei nativi americani nella riserva indiana di Pine Ridge, considerato il posto più povero negli Stati Uniti, e di come questa comunità stia lottando contro l’abuso di alcol e metanfetamine. Grazie a questo potente reportage, Darcy Padilla vince il Master Award 2019.
Il progetto di Teryoshin, iniziato nel 2016 e tutt’ora in corso, analizza il tema della guerra e delle armi sotto un punto di vista singolare. Nothing personal ci mostra il dietro le quinte del business mondiale della difesa e il back office della guerra, esattamente l’opposto di un campo di battaglia: un parco divertimenti per adulti di dimensioni esagerate con vino, finger food e armi luccicanti. Qui i cadaveri sono manichini o pixel sugli schermi di enormi simulatori. Bazooka e mitragliatrici sono collegati a schermi piatti e le fasi della guerra vengono inscenate in un ambiente artificiale, davanti a una tribuna piena di ospiti importanti, ministri, capi di Stato e mercanti di armi. Grazie a questo potente reportage, Teryoshin si aggiudica la categoria Contemporary Issues del World Press Photo 2020.
Nell’edizione 2020 è stata introdotta la categoria Madre Terra Award, sezione tematica dedicata ai temi dell’ambiente e della natura. Dario de Dominicis con il suo reportage documenta gli effetti devastanti dello sviluppo industriale nell’area già economicamente depressa della baia di Guanabara, il porto naturale di Rio de Janeiro. Le limitazioni nell’uso del territorio sono dovute alle attività della Marina militare e alle rotte marittime congestionate, ma ancor di più alle restrizioni sempre maggiori imposte dalle compagnie petrolifere. Oltre a possibili contaminazioni da parte dell’industria petrolifera, la baia è anche minacciata dall’inquinamento urbano.
In America Latina, la mancanza di opportunità lavorative e di accesso all’istruzione, la corruzione politica e l’impunità, persistono da generazioni, alimentando un circolo vizioso di violenza e migrazione, sintomo e causa di società disgregate. Nicolò Filippo Rosso, fotografo documentarista italiano, testimonia per quattro anni le rotte migratorie di rifugiati e migranti dal Venezuela alla Colombia e dall’America Centrale al Messico e agli Stati Uniti. Grazie a questo suo lavoro vince nel 2021 il premio Masterd Award.
Daniele Vita, un fotografo freelance italiano, ha seguito un gruppo di 10 ragazzi dagli 11 ai 15 anni di Catania, una città con un’alta percentuale di persone colpite da povertà ed esclusione sociale. Molti di questi hanno già un passato travagliato o vivono il loro presente in un modo che non rispecchia affatto la loro giovane età. Il fotografo li ha ritratti tra le rocce e sembrava quasi di poter intravedere momenti della loro infanzia. Grazie a questo reportage ha vinto la categoria Future Generations Award del 2021.
L’innalzamento delle acque e i disastrosi interventi umani lungo il fiume Paraíba do Sul ha reso una cittadina situata nel suo delta, Atafona, il caso più significativo di erosione costiera in Brasile. Felipe Fittipaldi, fotografo brasiliano, realizza questo reportage che ha alla base l’esplorazione visiva della complessa relazione tra una comunità e l’ambiente, che risulta a tratti intima e spietata, con i suoi protagonisti che fanno i conti con il passato, in attesa della prossima inondazione. Con questo progetto il fotografo ha vinto il Master Award 2022.
Michelle, una ragazza di 15 anni, è una delle più giovani sindache d’Italia e una Consigliera regionale recentemente eletta. Questo perché nel 1997 una legge parlamentare ha introdotto la partecipazione dei giovani negli organismi politici attraverso i Consigli Comunali dei Ragazzi, che sono organizzati allo stesso modo dei Consigli per adulti. Isabella Franceschini, fotografa freelance, ha documentato la vita di tutti i giorni di questa giovane sindaca. Grazie a questo reportage ha vinto il premio Short Story Award del 2022.